Riceviamo e pubblichiamo: Proprio nel giorno in cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno firmato il decreto attuativo sulle unioni civili, a Mesagne l’Assessore ai servizi sociali Antonella Catanzaro si è dichiarata pubblicamente obiettore di coscienza davanti alla possibilità di celebrare questo tipo di unioni. La legge sulle unioni civili, a differenza di altre nel nostro Paese (sperimentazione animale, interruzione di gravidanza), non prevede obiezione di coscienza, perciò l’assessore della Giunta Molfetta, che al pari di tanti Sindaci e amministratori della Lega Nord si dichiara obiettore di coscienza, offende l’intelligenza dei cittadini perché dice una cosa tecnicamente impossibile.
Non solo, chi amministra è tenuto a rispettare le leggi dello Stato, diversamente nessuno, né tanto meno Antonella Catanzaro, è obbligato a fare l’assessore o in generale l’amministratore pubblico. C’è di più, il nostro ordinamento prevede anche strumenti che consentono ad ogni cittadino di combattere, ostacolare e in definitiva modificare leggi ritenute ingiuste per il proprio sistema di valori di riferimento (referendum abrogativi). Il punto però è un altro ed è squisitamente politico. Antonella Catanzaro ha esplicitato le sue intenzioni volendo qualificare la sua posizione in qualità di Assessore, avrebbe potuto evitare di farlo difficilmente qualcuno l’avrebbe mai obbligata a celebrare unioni di questo tipo che ogni cittadino, pur non essendo amministratore pubblico, potrà celebrare, ma ha voluto chiarire pubblicamente la sua posizione per via dei valori in cui legittimamente crede e che rientrano a pieno titolo tra le tradizioni fondanti del PD, il quale questa legge ha proposto ed approvato.
Sarebbe il caso che il Sindaco, ed anche l’on. Matarrelli che alla Camera si è astenuto sulla legge sulle unioni civili perché ritenuta poco coraggiosa ma poi ha giustificato l’assessore Catanzaro, chiarissero la posizione della maggioranza e soprattutto si accertassero che coloro che amministrano la nostra città lo facciano rispettando le leggi e non il loro credo religioso (quale che sia) piuttosto che intimi convincimenti personali. Mesagne ha una storia di diritti garantiti a tutti senza discriminazione alcuna, per sesso, razza o religione che negli anni ha costituito la cifra fondamentale delle amministrazioni di centrosinistra oltre che elemento di integrazione, crescita e sviluppo della nostra comunità. Il Sindaco ed i suoi Assessori sono tenuti a mantenere viva questa tradizione. Non vorremo, infatti, che mentre in Italia finalmente si fa qualche passo in avanti sul terreno dei diritti civili, Mesagne indietreggiasse vistosamente. Questo sarebbe il frutto più amaro prodotto da una maggioranza senza politica e quindi senza anima, che è tenuta insieme solo dalla trasversale e ordinaria gestione del potere politico ed è incapace di ritrovarsi su idee e valori di fondo i quali dovrebbero ispirare scelte politiche lungimiranti che la nostra città merita.