Non è arrivata nemmeno una richiesta di informazioni per le unioni civili tra persone dello stesso sesso al Municipio mesagnese. Figuriamoci se a qualcuno è passato per la mente di mettersi in lista d’attesa in vista dell’efficacia del decreto attuativo che nei giorni scorsi ha ricevuto il via libera del Consiglio di Stato, come sta accadendo in altre città italiane (vedi Milano). Per la verità gli uffici di Mesagne sono ancora in alto mare. Ma non per loro inettitudine. Gli impiegati stanno studiando circolari, articoli e informazioni varie ma ancora niente di concreto. Tra 15 giorni dovrebbe entrare in vigore il decreto attuativo della legge Cirinnà, quel decreto-ponte che darà ai Comuni le istruzioni dettagliate su come celebrare le unioni civili, ma ancora il software dello Stato Civile deve essere aggiornato. Probabilmente è colpa della mancata consegna della modulistica per la celebrazione delle unioni civili. Documenti che ancora non sono stati trasferiti ai Comuni da parte delle prefetture. Certo i tempi sono così stretti che probabilmente la possibilità di celebrare unioni tra coppie omosessuali intorno al 15 Agosto è un’utopia.
Ma la particolarità della nostra comunità è che al momento nessuno si è presentato agli uffici comunali per chiedere informazioni in merito. Sarà per il timore di rendere visibile un mondo che fino a questo momento era sommerso? Vincenzo Branà, segretario dell’Arcigay di Bologna, ha dichiarato a Repubblica: “Siamo soddisfatti, ma il pericolo adesso è una nuova ondata di intolleranza per le coppie dello stesso sesso che vengono allo scoperto. La nuova visibilità di coppie che fino ad ora avevano dovuto nascondersi, o tenere un profilo basso per anni, può farle diventare bersaglio di chi dichiaratamente avversa le unioni civili. Ad iniziare dai posti di lavoro, dove molte coppie verranno allo scoperto per ragioni amministrative…”
SUL FRONTE DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA
In queste ore Franco Frattini, presidente della sezione “Atti Normativi”, dopo aver approvato ed esaminato il decreto-ponte messo a punto dal ministero dell’Interno, ha dichiarato che non saranno solo i Sindaci a celebrare le unioni, ma anche “consiglieri comunali, addirittura privati, così come avviene nei matrimoni e quindi pur di fronte al no di un sindaco, le amministrazioni dovranno garantire comunque le unioni civili”.
Il sindaco Molfetta ha sempre dichiarato la sua condivisione alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il presidente del Consiglio Comunale nel suo discorso di insediamento si è espresso favorevolmente alle Unioni civili. “Sulla questione delle adozioni nelle coppie Gay – ha voluto sottolineare l’avvocato Semeraro – il discorso è differente”.
Ma nella giunta comunale qualche distinguo si registra. L’assessore Antonella Catanzaro si dichiara obiettore di coscienza. “Non celebrerei mai una unione civile tra persone dello stesso sesso – afferma -. Questa mia scelta, che è frutto di un convincimento personale, non è da considerare in nessun modo un pregiudizio o un giudizio nei confronti di persone che hanno fatto scelte di vita diverse dalle mie. La mia educazione, i miei convincimenti, la mia personalità mi porta a rispettare le persone e le leggi. Ma la mia fede mi porta a dire no di fronte a richieste di questo tipo”.