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Venerdì 14 luglio a Villa Bianca si festeggia San Camillo de Lellis

da Cosimo Saracino
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In occasione della Festa Liturgica di San Camillo de Lellis, la direzione della Residenza Villa Bianca e Casa Melissa ha voluto organizzare una giornata di commemorazione del Santo protettore degli infermieri e degli ammalati. Venerdì 14 luglio alle ore 10.30 don Massimo Alemanno celebrerà una messa nella struttura di Via Torre a cui sono stati invitati a partecipare anche le autorità locali. A seguire ci sarà un rinfresco nella Sala Polifunzionale aperta ai fedeli. Il rapporto tra la Residenza Socio Sanitaria mesagnese e le Figlie di San Camillo negli anni si è consolidato sempre di più. Oggi la comunità delle suore camilliane è parte fondamentale della struttura sanitaria gestita dalla Cooperativa Osa.

Si deve al coraggio e alla generosità del presidente di Osa Giuseppe Milanese, del padre “Totò” e di don Pietro Depunzio (cappellano dell’ospedale) che le suore non abbiano fatto ritorno nella casa madre dopo la chiusura della convenzione con l’ospedale civile di Mesagne. La casa delle Suore Camilliane a Mesagne è una delle prime aperte dalla congregazione. C’è una statua di San Camillo conservata dalle suore che fu portata a Mesagne proprio dalla Beata Giuseppina Vannini, fondatrice dell’ordine. E’ di questi giorni anche la nomina della nuova superiora della comunità: Sr. Lucia è stata nominata a Bucchianico dopo che Sr. Margherita ha lasciato Mesagne per andare a servire un’altra comunità.

Le suore di San Camillo rimangono per la nostra città un punto di riferimento soprattutto per chi soffre e ha bisogno di aiuti. “Più cuore in queste mani…” aveva esortato il santo dell’Abruzzo a coloro che si avvicinavano nel servizio ai più poveri. Camillo de Lellis di nobile famiglia, nato a Bucchianico, nelle vicinanze di Chieti, il 25 maggio 1550, fu soldato di ventura. Persi i suoi averi al gioco, si mise al servizio dei Cappuccini di Manfredonia. Convertitosi ed entrato nell’Ordine, per curare una piaga riapertasi tornò a Roma nell’ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove si dedicò soprattutto ai malati. Si consacrò a Cristo Crocifisso, riprese gli studi al Collegio Romano e, divenuto sacerdote nel 1584, fondò la «Compagnia dei ministri degli infermi». L’ordine dei Camilliani si distinse da altri per lo spirito della sua opera legata alla carità misericordiosa e per l’abito caratterizzato dalla croce rossa di stoffa sul petto. De Lellis pose attenzione unicamente ai malati, ponendo le basi per la figura dell’infermiere e del cappellano quali li vediamo oggi. Morì a Roma il 14 luglio 1614 e venne canonizzato nel 1746.

“Poiché Dio non mi ha voluto Cappuccino, né in quello stato di penitenza che tanto desideravo di stare e di morire – scrisse prima di morire -, è segno dunque che mi vuole qui, al servizio di questi poveri suoi infermi”. Oggi le suore possono far risuonare nel loro cuore proprio quelle parole di San Camillo magari parafrasando il pensiero: “Se Dio vi ha inviato a Villa Bianca e a Casa Melissa, vuol dire che vi vuole al servizio dei nostri ospiti”.

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