Nel corso dell’assemblea ordinaria della Conferenza Episcopale Pugliese, tenutasi a Molfetta presso il Seminario Regionale “Pio XI” dal 27 al 28 febbraio 2024, i vescovi pugliesi, accogliendo la richiesta di Mons. Giovanni Intini, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, hanno concesso il “Nulla osta” per la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Madre Valeria Succi, fondatrice dell’Istituto delle Suore Oblate di Sant’Antonio da Padova. Una notizia straordinaria per la comunità delle suore antoniane che a Mesagne hanno una RSA e sono presenti dal 1921.
LA STORIA
La presenza delle Suore Oblate di S. Antonio di Padova a Mesagne risale al 1921, la casa venne aperta in località detta del “Castello Svevo,” qui, le Suore insieme alla Fondatrice Madre Valeria presero dimora in dodici locali messi a loro disposizione grazie alla generosità della Marchese Granafei e altri sostenitori che pagavano il canone annuo di affitto di L.1000. La mansione delle Antoniane in Mesagne, era l’insegnamento del Catechismo nelle varie parrocchie del Paese; l’Asilo Infantile, il doposcuola, l’insegnamento della musica, il ricamo, cucito, tessitura e maglieria. Proprio a Mesagne il 2 Maggio del 1922, moriva santamente Madre Valeria Succi, la Fondatrice, lasciandovi l’eco viva dei suoi insegnamenti e il profumo delle sue virtù.
Nel 1928 il Castello veniva requisito dal Governo e trasformato in fabbrica di tabacco a quel punto le Suore furono costrette a sloggiare ed ad andare ad abitare in una casa di “Borgo nuovo “. La nuova residenza da subito si mostrò piccola e inadeguata per le attività delle Suore. Fortunatamente, nel 1929 la signora Profilo le accolse nel suo palazzo, in via Abbricci n° 8, esigendo un compito in più, quello di occuparsi dei bambini poveri e delle orfanelle che ben presto divennero piuttosto numerose. Nella casa della Signora Profilo, diventata sede del Vicariato e del Probandato, furono trasferite tutte le attività delle Antoniane e vi trovò posto anche l’Orfanotrofio.
IL TRASFERIMENTO IN VIA ARNO
Nel 1963 le signorine Anna e Giustina Perrucci donavano alle Suore un vasto appezzamento di terreno in via Arno dove, grazie all’ impegno eccezionale della Superiora Sr. Elisabetta Sturdà, abilissima nel promuovere opere e servizi a favore dei piccoli e dei poveri, sorse un imponente Orfanotrofio capace di ospitare un centinaio di bambine e un Asilo Infantile.
Nella seconda metà degli anni settanta per esigenze generazionali e nuove disposizioni dello Stato, vengono rimodellate le comunità di accoglienza, soppressi gli orfanotrofi, per le orfanelle si riteneva più opportuno e privilegiata l’accoglienza nelle “casa famiglia”. Le Suore, attente alle esigenze dei tempi e del territorio, alle richieste delle famiglie che per motivi di impegni diversi e di lavoro, in molti, non potevano accudire ai propri genitori anziani e ammalati, e in molti restavano sempre più soli e abbandonati nelle proprie case. Le Suore, si attivarono per riadattare la struttura di Mesagne a trasformarla da casa di accoglienza per fanciulle orfani a casa per “giovani” ultra-ottantenni” bisognosi di amore e relazioni e in certi casi di assistenza dignitosa ed adeguata. Col passare degli anni la Casa di Riposo fu migliorata in spazi e servizi tanto da essere trasformata in Residenza Socio Sanitaria Assistita (RSSA).