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Centro Storico, Vizzino: “Ci vogliono idee innovative e terziario avanzato”

da Cosimo Saracino
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Anche il consigliere comunale Luigi Vizzino, sindacalista e primo sostenitore della candidatura del Sindaco Molfetta, interviene nella discussione aperta dalla nostra testata sul futuro del centro storico. Un altro punto di vista che si intreccia con quello espresso negli interventi precedenti da Enzo Rubino e Pierangelo Argentieri. Tutti si trovano d’accordo che si possa partire dal nostro centro storico per rafforzare l’economia mesagnese. Da osservatori però diciamo: ma quando si parte? Quando si apre Piazza Commestibile? Non è arrivato il momento di trovare nuove motivazioni per attrarre investimenti in questa parte di città? Tutti domande che rivolgiamo ai rappresentanti istituzionali dai quali ci aspettiamo risposte concrete e veloci.

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Centro storico: Occasione di sviluppo o palla al piede?

Il Castello Normanno-Svevo

Il Castello Normanno-Svevo

“Mesagne è davvero una bella città. Ed i Mesagnesi sono un popolo privilegiato perché possono vivere in una Città a dimensione umana, complessa e vivace come tutte le Città contemporanee, con una caratterizzazione urbanistica che la rende bella, vivibile ed appetibile dal turismo architettonico, culturale e enogastronomico. Il punto di forza della nostra Città è il suo centro storico. Innumerevoli sono, infatti, le bellezze architettoniche che lo caratterizzano e lo rendono unico, anche per la sua conformazione a forma di cuore. Il Castello, le tante Chiese, i palazzi signorili, le piazze, i vicoli, le Porte di accesso, ne costituiscono la caratterizzazione architettonica ed urbanistica.

Penso, quindi, che i mesagnesi devono sentirsi un popolo fortunato, disponendo di un centro storico così ricco di giacimenti culturali ed architettonici.

Abbiamo, quindi, una grande responsabilità: preservare e valorizzare la nostra memoria storica ed architettonica attraverso scelte urbanistiche ed amministrative che preservino i monumenti, attraggano i residenti e gli operatori turistici attraverso politiche tariffarie premianti, limitando fortemente i disagi e le difficoltà insite in un agglomerato storico.

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La Chiesa Madre

Straordinario, da questo punto di vista, è stato il lavoro realizzato per il recupero statico del nostro centro storico. Mai dimenticare che l’aver trascurato per decenni il nostro centro abitato ha fatto sì che negli anni 70 ci si trovasse dinanzi ad un dissesto urbanistico senza precedenti. La lungimiranza e la determinazione della classe dirigente di quella fase storica ha fatto sì che ingenti risorse, pubbliche e private, si investissero in direzione di un risanamento urbanistico ed architettonico. Purtroppo non tutte le criticità urbanistiche sono state risolte. La più importante e la più urgente è quella della necessaria sostituzione delle condotte idriche e fognanti che ripropongono disagi e serie difficoltà riproponendo cedimenti in punti diversi del nostro centro.

Analogamente occorre porre al centro delle riflessioni politiche, sociali ed economiche la necessità di un organico rilancio urbanistico, commerciale, artigianale e culturale in considerazione della gravissima crisi economica e sociale che ha prodotto danni importanti al tessuto produttivo e commerciale/artigianale nel nostro centro storico. Infatti negli ultimi 30 anni il nostro sistema economico cittadino ha segnato un radicale cambiamento.  Ad una agricoltura, tradizionale ed estensiva, timidamente aperta al processo di manipolazione, non è seguita la necessaria trasformazione,  con innovazione, ricerca e politiche di filiera AGRO-INDUSTRIALI e commerciali, con conseguenze drammatiche dal punto di vista economico ed occupazionale. Il depauperamento demografico nel centro storico è figlio, infatti, in larga misura delle massicce dosi di emigrazione che hanno caratterizzato  quella porzione di centro abitato.

E’ necessario, quindi, pianificare, mediante il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, un progetto di medio/lungo respiro, in grado di impedire  un irreversibile declino economico, sociale e culturale,  rigenerando il centro cittadino con una costante azione di magnetismo di questi luoghi.

 Le città di media dimensione sono condannate ad una crescente marginalità, rispetto alle grandi aree metropolitane, oppure possono costituire i luoghi di un “rinascimento” economico?

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Il mercatino del lunedi in piazza IV Novembre

 È possibile, infatti,localizzare nel nostro centro storico una nuova economia urbana, fatta di terziario avanzato, conoscenze innovative, attività commerciali di eccellenza e pianificare azioni turistiche attrattive che possano pienamente  valorizzare delle “sapienze enogastronomiche” divenute filiera di eccellenza della nostra Città.

Gli ultimi anni di crisi economica, sociale ed occupazionale hanno  generato una fase di acuta crisi identitaria ed economica del nostro centro storico. In particolare, i servizi commerciali ivi presenti sono lo “specchio” fedele di queste crescenti difficoltà. Un commercio che va perdendo non solo in termini di numerosità di operatori ma anche di distintività e di attrattività rispetto ai residenti.
Come è possibile uscirne? Quali sono i sentieri da perseguire?

Un forum di operatori Istituzionali e delle rappresentanze sociali potrebbe costituire una fucina formidabile per idee innovative in grado di offrire segnali incoraggianti la migliore conservazione e valorizzazione a partire dalla ottimale utilizzazione di Piazza Commestibili e del Distretto Urbano del Commercio che dispiegherà le sue azioni nel nostro centro cittadino”.

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