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Never Give Up per il mesagnese Wana

da Cosimo Saracino
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(da BuoneNuove Ottobre 2020) – “Non mollare mai”. È questo il motto di Daniele Magrì, 32 anni il prossimo 19 dicembre, appassionato di basket e con una grande passione per il ballo. “Never give up” è la frase che si è fatta tatuare sul braccio ma che gli gira continuamente nella mente dopo che la vita lo ha messo a dura prova. Daniele, in arte Wana, è un’icona dello sport e della break dance a livello nazionale. Non conosce barriere e limitazioni, la sua disabilità è vissuta con grande dignità diventando testimone dell’amore di vivere. Vederlo ballare ti dà una carica straordinaria, trasmette emozioni uniche, sul parquet insegue la palla a spicchi con una forza che gli proviene solo dalla passione per il basket. BuoneNuove l’ha fermato prima che partisse per la Sardegna dove quest’anno giocherà in serie A con la Dinamo Sassari. Il racconto della sua vita è senza filtri, diretto, immediato e coinvolgente come solo lui sa essere. “Ho iniziato a giocare a basket all’età di 5/6 anni circa e l’ho fatto fino al mio 15° anno sempre nella Mensa Sana Mesagne”, ha ricordato -. I miei numeri sono stati il 4 il 5 e il 7. Dopo i 15 anni ho lasciato il basket perché mi innamorai follemente della Break Dance e di tutta la cultura Hip Hop in generale.

La Break Dance è adrenalina pura, condivisione, passione e ti fa aprire la mente. Non saprei vivere senza. Wana è il mio tag, ormai mi chiamano tutti così anche i miei genitori”. Ed ha aggiunto: “Purtroppo non avevo tempo per giocare a basket. Avevo troppi impegni a causa della Break Dance tra scuole di danza, contest e spettacoli vari mi era quasi impossibile giocare. Il 22 ottobre 2014, per colpa di un’ernia dorsale esplosa, ho riportato una lesione al midollo spinale. Da quel giorno per me è iniziata un’altra vita fatta di ospedali, dottori e centri di riabilitazione. Dopo l’intervento sono stato trasferito al San Raffaele di Ceglie Messapica. Ci sono rimasto per due mesi. Poi da Ceglie sono andato a Sulmona per altri sei mesi di riabilitazione. Di ritorno, dopo aver passato 5 mesi a casa, ho deciso di trasferirmi in Spagna dove ho continuato sempre a fare fisioterapia per circa 1 anno e mezzo. La vita, in pochi secondi, era cambiata radicalmente. Mi sono trovato ad affrontare ostacoli che prima non immaginavo minimamente. A stare seduto e non in piedi, a guardare tutti dal basso verso l’alto, a non poter andare dove volessi per colpa delle barriere architettoniche, ma la cosa più brutta è quella di veder soffrire la mia famiglia per colpa mia”.

Daniele ha ammesso che, fondamentalmente, non era cambiato molto. “Sono maturato molto stando negli ospedali e nei centri di riabilitazione”, ha proseguito -. Stare sempre a contatto con malattie e problemi vari ti cambia un po’ in negativo e in positivo. Questi stravolgimenti ti fanno pensare a quanto sono fortunato a poter fare tutto ciò che faccio. Ma allo stesso tempo ti fa incazzare tantissimo perché vorresti che tutto questo non esistesse per nessuno. Sono rimasto il Daniele di prima, pieno di grinta, solare e molto ambizioso, questo non è cambiato minimamente. La famiglia e gli amici, in questi casi, hanno un ruolo fondamentale, sono stati importantissimi per me. Mi sono stati vicini e non finirò mai di ringraziarli. Quindi devo stare bene e sereno anche per loro, questo è il mio modo per ringraziarli”. In ogni modo nonostante gli impegni della Break Dance Daniele ha sempre seguito il basket in Tv. “Ho avuto anche l’onore di ballare in un intervallo della partita tra l’Enel Basket Brindisi e il Venezia nel 2012”, ha ricordato -. Ho presentato una coreografia che aveva come tema proprio il basket e così ho unito le mie due grandi passioni. Sono sempre rimasto innamorato del basket, nonostante non giocassi più”.

Ma la vita aveva riservato a Daniele una bellissima sorpresa. “Per mera fortuna – ha raccontato – ho incontrato l’allora presidente della Lupiae, Rocco Bortone, proprio a una partita della New Basket Brindisi, mi ero recato lì con il mio fisioterapista e Bortone mi parlò di questa squadra di basket in carrozzina di Lecce: la Lupiae team Salento. Così, dopo qualche giorno andai a provare. E chiaro che mi piacque tantissimo”. Dopo due anni a Lecce, lo scorso anno il cestista è andato a giocare a Reggio Calabria. “Questa stagione, invece, ho la grande possibilità di giocare in Serie A. Presto mi trasferirò in Sardegna e giocherò per la Dinamo Sassari”. Infine, Daniele ha rivolto un invito: “Vorrei dire, a chi legge quest’articolo, di non guardare una persona disabile solo con compassione. Noi siamo persone come tutti, con sogni e passioni. Bisogna trovare le occasioni per parlare con le persone che hanno una disabilità perché vi daranno tantissimo in tutti i sensi. Nella vostra vita tentate sempre di abbattere tutte le barriere mentali che purtroppo ancora esistono”. Un insegnamento chiaro, diretto e senza doppi sensi.

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