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Ciao Federico

da Cosimo Saracino
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Il destino a volte è crudele e beffardo. Ma forse in tutto questo ci sarà una ragione. Sopravvivere alla morte di un figlio è difficile, farlo dopo quella del secondo è irrazionale. Il nostro pensiero in questo momento va a papà Emilio e mamma Marcella che questo dolore lo stanno sperimentato sulla loro pelle. Due incidenti differenti hanno strappato alla vita due loro figli. Due volte. Due maledettissime volte. La prima una decina di anni fa quando il loro piccolo inavvertitamente con la bici uscì dal tratturo di via San Donaci e una macchina lo investì portando via la vita di un ragazzino di 12 anni gioioso e contento di giocare accompagnando il papà in campagna. L’altra oggi pomeriggio quando il figlio Federico, 30 anni, ha perso il controllo della moto andando a finire su un pezzo di terreno che si trova sul ciglio della proviciale per San Pancrazio. Federico e la sua passione per le moto di grossa cilindrata. Aveva avuto la possibilità di comprare una Honda da quando lavorava. Papà Emilio, dipendente comunale, difficilmente avrebbe affrontato quella spesa. Emilio solitario e sempre disponibile non ha mai superato del tutto lo choc dell’incidente del primo figlio. Ma negli ultimi tempi pregustava la tranquillità della pensione. Fino ad oggi pomeriggio. Quando la morte è tornata a bussare a casa sua. Il sorriso di mamma Marcella, disarmante e limpido, per il momento rimarrà un sogno come quello che accompagna il giovane Federico. In un suo ultimo post su Facebook Federico racconta così la notte del terremoto:” Mi sveglio e trovo la barchetta di legno fatta da piccolo a terra tre bicchieri rotti e mi so chiesto “due so le cose o è entrato un gatto o devo credere ai fantasmi”/boh accendo la connessione e leggo del terremoto..questa è la conferma che quando dormo può cadere anche una bomba atomica di fianco al letto continuerei a dormire nel alto dei cieli”. Ed è forse guardando in cielo che si può trovare una spiegazione di tanto dolore. Riposa in Pace Federico

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