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Gholam Hassani a Mesagne ma con il cuore all’Afghanistan

da Cosimo Saracino
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Gholam Hassani è uno dei pochissimi afghani che si trova a Mesagne. Arrivato nella nostra città nel 2010 quando aveva solo 16 anni fu accolto nella Cooperativa Oasi dove ha avuto la possibilità di imparare un mestiere ed integrarsi nella nostra comunità. Attualmente lavora nel ristorante “Benvenuti al Sud” nel centro storico di Mesagne ma la sua mente è altrove. “Penso continuamente alla mia famiglia – ci dice commentando le ultime notizie che arrivano dall’Afghanistan -. Quando lavoro il pensiero è sempre in Afghanistan con l’ansia che possa accadere qualcosa ai miei cari. Nel mio paese natale che si chiama Jaghori ho lasciato i miei genitori, due fratelli e due sorelle, quest’ultimi tutti più piccoli di me. Leggo costantemente le notizie del ritorno dei Talebani alla guida del Paese e sono molto preoccupato”.

Nelle ore successive all’avanzata dei Talebani a Kabul tante notizie riportavano atteggiamenti collaborativi e di rispetto dei Talebani nei confronti della popolazione residente. “Sono solo fake news che stanno facendo girare i talebani per aggraziarsi le simpatie del mondo. La realtà purtroppo è tutt’altra. Arrivano alle nostre porte e bussano, se nessuno apre iniziano a sparare davanti all’uscio di casa distruggendolo. Sono molto preoccupato per la mia famiglia. Loro non escono da casa perché non sanno come si devono comportare con questi talebani”. Gholam aveva previsto di rientrare in Afghanistan agli inizi di settembre, ma la situazione adesso non lo consente ed ha rinunciato al viaggio. “Sento mia madre quasi ogni giorno. Ci scambiamo dei messaggi vocali su WhatsApp. Abbiamo sospeso di fare videochiamate per il momento. Vorrei che il mondo sapesse che i Talebani sono rimasti quelli che erano in passato. Danno fastidio alle famiglie solo per il gusto di farlo. Nei giorni scorsi mi hanno raccontato che un gruppo di loro è andato a mangiare in un ristorante e poi sono andati via senza pagare. Al proprietario gli hanno detto: devi ringraziare prima di tutto Allah e poi noi che non ti abbiamo sparato in testa”.

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