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La preside Maria Luisa Portulano – di Enzo Poci

da Cosimo Saracino
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Nel mese di ottobre del 2020, legandomi alla presentazione da parte del dottore Elio Distante del volume-traduzione Cento Storie od Osservazioni e casi medici, firmato insieme dallo stesso Elio Distante e dalla professoressa Maria Luisa Portulano, ho pubblicato telematicamente un breve articolo per ricordare con molto affetto la memoria della signora Portulano-Scoditti, mancata oramai nei primi di giugno 2017.


In questi giorni di pieno inverno, nel grato evento della intitolazione con il suo nome della bibioteca di una associazione mesagnese, ho inteso rivisitare il suo contenuto ed ho voluto riproporlo nella sua integrità.
Un breve ma intenso ricordo della preside Maria Luisa Portulano
Dopo la riuscita presentazione del volume Cento Storie, traduzione italiana del libro delle Centum Historiae, seu… scritto in lingua latina da Epifanio Ferdinando, da parte del suo curatore, dottore Elio Distante, avvenuta nella quieta serata di ieri nella sala auditorium del Castello Comunale, sento sincero il dovere, ma anche il privilegio, di ricordare la figura ed il lavoro dell’altra instancabile traduttrice di questa bella opera di medicina, la preside Portulano.
Maria Luisa Portulano nasce il 26 aprile 1923 a Sava, una cittadina in provincia di Taranto, della quale era originario il papà Nicola, rigoroso maestro elementare chiamato a svolgere il suo mandato a Mesagne, e da Cristina Sansonetti.
Consegue la maturità classica e si avvia agli studi universitari presso la facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove si laurea in Lettere classiche discutendo una tesi su Francesco Petrarca con il professore Natalino Sapegno, suo alto maestro.


Maria Luisa (Marisa, per i familiari e per gli amici più intimi) inizia ad insegnare italiano e latino nel 1949 presso l’Istituto Magistrale di Brindisi, dove conosce il professore Salvatore Scoditti, affermato pittore mesagnese, allievo della Scuola Romana della quale è stato cultore affezionato dei suoi moduli estetici in tutta la sua vita artistica e docente di Disegno e Storia dell’arte, con il quale si unisce in matrimonio nel 1964.
Dall’istituto magistrale passa ad insegnare italiano e storia nell’Istituto Tecnico Commerciale di Brindisi fino a quando vince il concorso per l’abilitazione all’insegnamento di italiano, latino, storia e geografia nelle scuole medie.
Insegna a Brindisi nella Scuola Media “Virgilio” e a Mesagne nella Scuola Media “G. F. Maia Materdona”. Partecipa quindi al Concorso Nazionale per Preside di Scuola Media, lo vince nel 1967 e viene assegnata a dirigere la scuola media di Arnesano.

Dirige successivamente la Scuola Media “Mazzini” di Torre Santa Susanna e finalmente la Scuola Media “G. F. Maia Materdona” di Mesagne dall’anno scolastico 1970/71 fino all’anno scolastico 1992-1993.
Persona schiva e dai modi sempre gentili, amante del bello e della purezza lineare, possedeva una cultura umanistica profonda ed era dotata di una particolare sensibilità per i più disagiati, ma coltivava una curiosità sempre viva verso ciò che è nuovo ed innovativo, sebbene niente rimanga più nuovo e stimolante di quello che è stato.
Si recava a scuola di primo mattino per controllare il buon andamento prima che le lezioni avessero inizio. La regola era che il gruppo di ogni classe si riunisse in fila ed in ordine perfetto davanti all’ingresso della propria aula scolastica nell’attesa del docente della prima ora quando ognuno poteva accedere al suo banco.
La sua figura alta e la sua presenza austera poteva incutere apparente timore negli alunni più discoli; invece, ella era animata da una innata dolcezza e da sentimenti amorevoli e fiduciosi nei loro riguardi. Questi ultimi non sapevano e mai hanno saputo che, quando riuniva il Consiglio di classe, la preside Portulano prendeva ritualmente le loro difese e, se un professore proponeva la bocciatura di un alunno, interveniva subito domandando quali azioni e quali iniziative fossero state assunte durante l’anno scolastico per recuperarlo.
Nel 1979, i Programmi della scuola media furono modificati e la preside Portulano organizzò senza indugio una serie di incontri di studio e corsi di aggiornamento per i suoi docenti (in quegli anni eravamo circa una cinquantina) con vari insegnanti ed esperti sui nuovi programmi elaborati e provenienti dalle Università di Milano, Bologna, Chieti e da alcuni altri atenei italiani.
Il nuovo modo di insegnare imponeva a noi docenti l’esigenza di una approfondita preparazione sul piano culturale specifico ma anche su quello didattico generale. Uno dei metodi adoperato fu quello che permetteva ai discenti di acquisire il metodo scientifico della ricerca, puntuale e rigorosa, da impiegare in tutte le discipline di studio. L’uso di questo metodo permetteva di acquisire le conoscenze di base specifiche e la conquista di capacità logiche finalizzate alla formazione della persona, obiettivo ultimo della scuola media.


Andata in pensione contro i suoi desideri alla fine dell’anno scolastico 1992/93, per le sue benemerenze, per le sue conoscenze di alto livello e per le sue capacità di mediazione fu nominata Difensore civico della città di Mesagne, ma continuò a coltivare la sua passione per le traduzioni dal greco e dal latino, interessandosi finalmente dei libri scritti dal medico nostro concittadino Epifanio Ferdinando. Non posso dimenticare che negli anni Ottanta del secolo scorso, quando io ero libero dalle lezioni e lei era libera dai suoi impegni, le chiedevo chiarimenti sulle traduzioni di alcuni casi delle Centum Historiae di Epifanio Ferdinando delle quali già mi interessavo da poco tempo.

Maria Luisa Portulano-Scoditti scompare la sera dell’8 giugno 2017, amorevolmente assistita dai nipoti, da Patrizia Stella e dal suo medico personale, sempre presente di giorno e di notte, Elio Distante, in sodalizio con il quale traduceva da molti anni, dopo la prima opera di Ferdinando, i Theoremata Medica, le più celebri ed intriganti Centum Historiae. Quasi morente teneva sempre sul comodino un volume di filosofia greca e discuteva con Elio Distante le soluzioni conseguite e le difficoltà incontrate giornalmente nella traduzione in corso.

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