Botta e risposta tra l’Associazione Sapar e “La M” di Mesagne su quanto speso dai mesagnesi nel gioco. “Esattamente un mese fa – sottolinea La M, il 18/09/2019, invitavamo l’amministrazione comunale mesagnese ad adottare un’ordinanza per limitare gli orari d’uso delle slot machine. Solo nel 2018 i mesagnesi hanno speso in scommesse 34,6 milioni di euro, ossia circa 1.300 euro a testa. Una vera e propria epidemia da ludopatia. Tutto ciò che conta sembra essere conservare lo status quo: inutile girarci intorno, se non si interviene è per non deludere quei gestori di bar, sale gioco e tabacchi che sulla “ludopatia” ci campano. Ma anche a non voler emanare ordinanza a limitare gli orari d’uso delle slot, perché il Comune di Mesagne non chiede all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di vigilare sul corretto funzionamento di questi apparecchi mangia soldi, così come previsto dalla legge 145/2018? Perché – dati alla mano – aumentano i soldi spesi in scommesse, ma le entrate allo Stato restano uguali: ciò significa che in mancanza di controlli sulla regolarità del funzionamento di dette macchine, ad arricchirsi sono solo i gestori delle stesse”, ha concluso La M.
“Voi potete ripetere quanto volete che nel 2018 i Mesagnesi hanno speso quella cifra, ma il fatto di ripetere più volte una bugia non la fa diventare una verità. Voi confondete per superficialità e ignoranza la spesa con la raccolta. 68% di quella cifra per legge è tornata nelle tasche dei giocatori quindi la spesa è di 365,70 euro procapite, (cifra esattamente in linea con quella europea) di cui gran parte spesi in gratta e vinci e Superenalotto. Quando comincerete a cercare visibilità con dati veri e non inventati sarà sempre troppo tardi”, è intervenuta così in risposta l’Associazione.
“Sapar – ha replicato La M -, il problema è il gioco d’azzardo sdoganato a tutti i livelli, nell’articolo scritto è chiarissimo questo aspetto. Come lei stesso dice, il 68% di ciò che rientra dalle slot poi viene speso in altri giochi. Il problema della ludopatia esiste ed è una realtà. Che porti soldi e posti di lavoro, non fa differenza, anzi! Il Comune può e deve senz’altro controllare e far rispettare le leggi che regolamentano il gioco d’azzardo: orari, certezze della maggiore età, ecc. E potrebbe anche sensibilizzare il tema a livello mediatico, così come ad esempio sta facendo su altri temi. Ha da ridire anche su questo?”. “Le vostre sono solo chiacchiere prive di qualsivoglia fondamento. Avete scritto il falso e invece di ammetterlo continuate ad arrampicarvi sugli specchi”, ha chiosato Sapar. cdn/AGIMEG