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L’etnografia come rappresentazione, posizionamento e processo di riflessione

da Cosimo Saracino
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Giovedì 20 febbraio, ore 15.00, c/o Associazione Giuseppe di Vittorio – Il primo seminario pubblico, realizzato nell’ambito del Laboratorio di Antropologia Sociale e Visuale, dal titolo “L’etnografia come rappresentazione, posizionamento e processo di riflessione.  Note di campo da Atene”, sarà a cura della dott.ssa Letizia Bonanno, antropologa sociale, Università di Manchester. L’incontro si svolgerà giovedì 20 febbraio, alle ore 15.00, c/o l’Associazione Giuseppe di Vittorio. Parteciperanno il dott. Giovanni Galeone, Presidente dell’Associazione Giuseppe Di Vittorio, il prof. Damiano Franco, Associazione Giuseppe Di Vittorio, il prof. Vito Antonio Aresta, docente di Antropologia Sociale e Visuale, la dott.ssa Letizia Bonanno, PhD Social Anthropology, The University of Manchester, le studentesse e gli studenti, le docenti e i docenti dell’I.I.S.S. “E. Ferdinando” (Mesagne), del “Liceo delle Scienze Umane e Liceo Linguistico “E. Palumbo” (Brindisi-Latiano), del Liceo Scientifico “F. Ribezzo” (Francavilla Fontana).

Nota biografica

Letizia Bonanno è un’antropologa sociale con una formazione internazionale. Ha conseguito la laurea magistrale in Antropologia Culturale e Etnologia (Università degli Studi di Roma La Sapienza), il master in Medical Anthropology (University College London), il Dottorato di Ricerca in Antropologia Sociale (Università di Manchester).

Interessata a questioni di parentela, cura e genere, bio-medicina e statecraft, per il suo progetto di dottorato ha ottenuto una fellowship  ESRC e ha condotto 18 mesi di ethnographic fieldwork ad Atene. Lì si è occupata di auto-organizzazione delle pratiche di salute durante la crisi economica e ha lavorato e collaborato con una clinica autogestita di solidarietà sociale nella periferia sud di Atene. Nello stesso periodo ha iniziato a sperimentare con metodi di ricerca visuale, in particolare con la produzione di comics e illustrazioni etnografiche. Due suoi contributi metodologici sono apparsi su American Anthropologist e Entanglements. Experiments in multimodal ethnography.

Ha lavorato come assistente all’insegnamento nel dipartimento di Antropologia Sociale presso l’Università di Manchester ed è stata Visiting Teaching Fellow presso il dipartimento di Antropologia a Panteion, Università di Scienze Politiche e Sociali di Atene.

Al momento sta lavorando alla sua prima monografia “Biomedical redemption: reconfigurations of care in austerity-laden Athens”, e ad una graphic novel etnografica dal titolo “I measured out the crisis with Panadol tablets. An illustrated ethnography on the challenges of doing fieldwork as a woman.”

 

Abstract seminario

L’etnografia come rappresentazione, posizionamento e processo di riflessione.  Note di campo da Atene.

Che cos’è l’etnografia? Che cosa fa l’antropologia? L’etnografia è semplice materiale grezzo, cioè le informazioni che raccogliamo durante il lavoro di campo, o già contiene in sé i nodi narrativi e teorici? Qual è la relazione tra etnografia e antropologia?

In questo seminario intendo esplorare queste domande attraverso la presentazione di brevi vignette etnografiche, visuali e testuali, relative al mio lavoro ad Atene, e suggerire che l’etnografia è una forma potente di storytelling che va trattata con responsabilità: come rappresentiamo e raccontiamo l’altro è infatti un atto politico dalle conseguenze potenzialmente imprevedibili.

In questo senso, il monito accademico “lascia che parli l’etnografia” non è un invito all’etnografo a scomparire dal testo o a dissolvere la propria voce nella teoria; è piuttosto una chiamata metodologica a riflettere sulle tante implicazioni del nostro posizionamento nel contesto socio-culturale in cui siamo immersi e sulle infinite possibilità di rappresentazione dell’altro. A questo riguardo, il seminario si propone di riflettere sul potenziale epistemologico e metodologico che l’antropologia femminista offre: molto di più di un semplice approccio, “just another approach” e “a tolerated specialty” nelle parole di Marilyn Strathern, l’antropologia femminista è piuttosto una sfida a ripensare modi tradizionali e pratiche convenzionali di produzione (e riproduzione) del sapere antropologico.

 

Shifting roles. Fieldnote, Oct. 2016

L. è uno psichiatra e psicanalista che, dal 2010, lavora come volontario in una delle tante cliniche di solidarietà sociale di Atene, dove offre consulenze psichiatriche e gestisce gruppi di sostegno per persone con disturbi mentali e patologie psichiatriche. Con lo scoppio della crisi economica, L. mi dice, le persone non solo non possono più permettersi di curarsi, ma il numero di persone che soffre di disturbi mentali è aumentato drammaticamente così come il numero dei suicidi e i casi di violenza, tanto domestica quanto di matrice xenofobica. Dopo sette anni di austerità economica, nel 2015 i servizi dell’ospedale psichiatrico di ‘Dafni’ (quartiere nell’estrema periferia di Atene) erano ridotti a una linea di aiuto telefonico, e a 15 posti letto riservati ai pazienti con acuzie.

 

 

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