Home Attualità Parte il progetto PIPPI con un metodo educativo ed innovativo di intervento con le famiglie vulnerabili

Parte il progetto PIPPI con un metodo educativo ed innovativo di intervento con le famiglie vulnerabili

da Cosimo Saracino
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Il Consorzio ATS BR4  ha aderito al progetto P.I.P.P.I. (Programma di Interventi Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), a favore dei minori a rischio di allontanamento dal proprio nucleo familiare ed avrà il compito di gestire il programma nella realizzazione di tutte le sue fasi e azioni. Ieri sono state presentate le modalità d’intervento.

Università di Padova- Regione Puglia-Ambito Territoriale Br4 di Mesagne- Ambito Territoriale Br3 di Francavilla Fontana.
P.I.P.P.I parte in tour nei primi due Comuni del Consorzio Ambito Territoriale Sociale Br/4, da Latiano a Torre Santa Susanna, portando un metodo educativo ed innovativo di intervento con le famiglie vulnerabili.

Il progetto è rivolto a famiglie con figli di età compresa tra gli 0 e gli 11 anni, che si trovano a fronteggiare situazioni impegnative in cui può risultare difficile garantire ai figli e a tutta la famiglia un giusto benessere.
P.I.P.P.I. vuole creare uno spazio di incontro e collaborazione tra i genitori, i parenti e le persone vicine alla famiglia, gli assistenti sociali, gli psicologi, gli educatori e gli insegnanti che quotidianamente accompagnano i genitori e i loro bambini.

In particolare il programma persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare. L’obiettivo primario è dunque quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo. Propone inoltre linee d’azione innovative nel campo dell’accompagnamento della genitorialità vulnerabile.
“Lavoreremo tutti insieme – hanno dichiarato i responsabili -, donne, assistenti sociali e pedagogiste,  affinché le famiglie marginali non corrano il rischio di vedere i propri figli istituzionalizzati”.

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