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Formica: “Emiliano, riapri le scuole o dimettiti”

da Cosimo Saracino
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“Emiliano si ne’ sciutu ti capu”… confesso, è stato questo il mio primo pensiero alla notizia della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado da parte del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Dentro di me però una parte più razionale ha cercato, invano però, di trovare una motivazione ragionevole a tale scelta.

C’è da considerare un fatto: sono un insegnante che in questo momento lavora a Bergamo (la città più colpita dal Covid-19) e nonostante qui, in Lombardia, la situazione sia molto più grave di quella pugliese, si è deciso di chiudere solo le scuole secondarie di II grado.

Analizzando i dati pugliesi dei contagi (tenendo presente che non sono un virologo) si evince che il numero degli studenti positivi risultano essere 417 (su una popolazione di 562 mila studenti totali).

Non si è considerato che le scuole sono luoghi sicuri: agli studenti viene misurata la temperatura, c’è l’igienizzante per le mani, i banchi sono ad un metro di distanza ed esiste l’obbligo della mascherina.

Prendendo determinate scelte si rischia di aumentare i contagi perchè i ragazzi saranno più esposti frequentando parchi e luoghi pubblici.

Il Presidente con la chiusura delle scuole cerca di nascondere problemi relativi al “mondo scuola” pugliese che sono emersi, anche e soprattutto, durante la sua gestione amministrativa:

  • la forza numerica degli autobus che dovevano trasportare gli studenti a scuola risultava spesso in sottonumero rispetto alla capienza. Quei pochi autobus che circolavano non garantivano nè la distanza di sicurezza e neanche il protocollo sanitario per l’utilizzo dei mezzi pubblici. Senza contare il numero degli studenti che rimanevano a piedi;
  • non tutte le scuole pugliesi sono dotate di strumenti utili per la didattica a distanza e spesso le spese per gli acquisti dei mezzi informatici venivano supportate da collette organizzate dai genitori per i ragazzi meno fortunati economicamente.

Il Presidente, non ha tenuto conto che la didattica a distanza crea numerose disuguaglianze sociali perchè non tutti hanno un computer super funzionante e la fibra super potente a casa. Spesso gli alunni si collegano con un telefonino ed i disagi sono tanti.

Il Presidente non ha tenuto conto che la scuola non è solo un momento in cui ti formi su qualche materia ma è anche uno stare insieme, un lavorare insieme, un incontrarsi è socialità anche rimanendo ad un metro di distanza.

Metodi di questo genere producono enormi disuguaglianze perchè una cosa è una casa dove ognuno ha il proprio computer con la propria stanzetta, un’altra cosa è una casa di 40 mq dove si vive in quattro e c’è un solo computer.

Non è possibile più  continuare così con quest’improvvisazione da parte di chi ci governa.

Prof. Formica Francesco

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